Terapia della famiglia

Consideriamo la famiglia un organismo vivente che genera continuamente un continuum di esperienza che va dall’appartenenza all’isolamento. Su questo continuum ciascun membro si colloca e organizza la propria esistenza portando dentro di sé le tracce delle generazioni che lo hanno preceduto e costruendo continuamente il proprio futuro e quello delle generazioni che seguiranno.

É possibile credere all’esistenza di un inconscio che si trasmette lungo le generazioni. Siamo parte di un tessuto le cui maglie sono strettamente intrecciate le une con le altre. Pensiamo che fatti, pensieri ed emozioni vengano trasmessi da una generazione all’altra. Ciò avviene quando un evento traumatico (individuale o familiare) non riesce ad essere elaborato e diventa qualcosa di indicibile, un segreto; dunque il contenuto emozionale dell’esperienza rimane bloccato in quello che Abraham e Torok (1993) definiscono nei concetti di “fantasma” e “cripta”. In tal modo è possibile che “le paure che assillano un individuo potrebbero essere le stesse che assillavano un genitore o un avo” (Baldascini, 2012); i nostri problemi possono perciò riflettere proprio quei conflitti, traumi e segreti non risolti all’interno del nostro sistema familiare.

L’indagine attenta, sintonizzata e coinvolta dei terapeuti verso la famiglia nel suo insieme e nei confronti di ogni membro permette il contatto con i bisogni relazionali congelati facilitando il contatto e la risoluzione dei legami di lealtà invisibili (Boszormenyi-Nagi 1998) - una forza per la quale i figli sono fedeli ai genitori e al loro clan familiare, tendendo a ripeterne il copione. Tali lealtà servono a mantenere il legame e un senso di identità comune fra le generazioni, per cui chi se ne discosta può avvertire la sensazione di avere tradito un modello di appartenenza oppure può sentirsi in colpa.

Guardando la famiglia nello scorrere delle generazioni sembra che “siamo meno liberi di quello che crediamo, ma abbiamo la possibilità di conquistare la nostra libertà e di uscire dal destino ripetitivo della nostra storia familiare comprendendo i legami complessi che si sono tessuti nella nostra famiglia” (Anne Anceline Schutzenberger, 2004).

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