“Nel rapporto madre-bambino si produce la prima educazione alla modulazione delle tensioni corporee e della motricità attraverso la costruzione di schemi motori” (Ruggieri).
Consideriamo il corpo come lo scenario in cui è scritto l’intreccio di gesti relazionali significativi e il luogo più antico della memoria relazionale, strettamente connesso con il sistema di attaccamento continuamente co-creato.
Attraverso il corpo la relazione prende la forma, la conoscenza si organizza (“l’intercorporeità” Gallese, 2007) e i processi vitali si intrecciano con le reazioni di sopravvivenza al dolore, che si stratifica nella memoria.
Nel corpo sono depositate le radici del copione di vita. “I copioni sono un insieme complesso di modelli inconsci basati su reazioni di sopravvivenza fisiologica, conclusioni esperienziali implicite, e/o introietti di autoregolazione, costituiti sotto stress, ad ogni stadio dello sviluppo, che inibiscono la spontaneità e limitano la flessibilità nella risoluzione dei problemi, il mantenimento della salute e delle relazioni con le persone.” R. Erskine M. Knapp, The scripts system: ad unconscious organization of experience. Internationale Journal of Integrative Psychotherapy, vol 1, N° 2,2010
La ricerca (G. Buccino e M. Mezzadri, 2013) afferma che c’è una strettissima correlazione tra l’espressione verbale e il nostro sistema muscolare, così che il nostro sistema muscolare, attraverso un gioco di tensione e distensione, ci parla dell’intenzione comunicativa espressa dalla parola.
Nel corpo sono presenti anche le invisibili connessioni con la rete della vita, contenute nel nostro sistema immunitario, all’interno del nostro codice genetico.
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